Approfondimenti

Sonno e Insonnia

05-11-2018

Angelica, cinque anni di insonnia

Angelica è un nome di fantasia, che insieme alla Dottoressa abbiamo scelto per mantenere l’anonimato. Ho accettato di raccontare la mia storia perchè credo che tantissime persone nel mondo soffrono di insonnia, ma pochissime di queste sanno di potersi rivolgere ad uno psicologo per curarla. Io stessa non sapevo che lo psicologo si occupasse anche di queste difficoltà che ho sempre ritenuto “mediche” finchè mi sono accorta che in realtà i farmaci non mi stavano più aiutando.

 

Vuoi raccontarci la tua storia?

Ho da poco compiuto i 39 anni e ho iniziato a soffrire di insonnia circa cinque anni fa, quando ho cambiato lavoro per trasferirmi in una sede più vicina a casa. Questo mi ha dato la possibilità di svegliarmi quasi un’ora dopo rispetto al solito e anzichè dormire di più, o almeno come prima, ho iniziato a svegliarmi spesso nel cuore della notte e a far fatica ad addormentarmi alla sera. All’inizio pensavo che la nuova sede, i nuovi colleghi e le diverse mansioni mi mettessero in difficoltà tanto da “sballarmi il sonno” ma con il passare dei mesi e dopo essermi ben inserita sul lavoro ho escluso questa possibilità e ho iniziato a pensare che l’origine fosse medica. Il mio curante mi ha prescritto dei farmaci che hanno fatto effetto quasi subito, anche se dopo diverse settimane i risvegli sono ricomparsi. Con il passare del tempo mi sentivo sempre più stanca sul lavoro e meno concentrata. Questa cosa mi innervosiva e ogni sera pregavo di poter finalmente dormire, ma l’orologio andava avanti e i miei occhi non si chiudevano. Negli anni ho provato diversi farmaci, fino a rassegnarmi all’idea di dormire 3-4 ore per notte e di dovermici soltanto abituare.

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Ho conosciuto la dottoressa lo scorso anno e ho deciso di iniziare il percorso da lei proposto. Sinceramente non ho iniziato con una vera e propria convinzione ma più con l’idea di “provare anche quest’ultima spiaggia”. In realtà, fin dai primi incontri mi sono resa conto che il percorso mi dava molte informazioni pratiche su come funziona il sonno e su cosa può favorirlo: io, invece, mi aspettavo di dover parlare della mia infanzia, di mio marito o dei miei sogni! Sembra una banalità ma per me il solo fatto di capire come funziona il tutto, mi ha aiutata a sapere cosa aspettarmi durante la notte e soprattutto cosa non temere. Perchè nel frattempo io avevo iniziato ad aver paura di impazzire se non fossi riuscita a dormire.

Un “incidente di percorso” ha interrotto il lavoro che stavo facendo: una trasferta improvvisa di lavoro ha stravolto completamente i miei ritmi e le poche certezze che avevo acquisito fino a quel momento in terapia. Ho dovuto interrompere le sedute per alcune settimane e, complice sicuramente il jetlag, ho ripreso a svegliarmi nel corso della notte e a non dormire. Rientrata in Italia la situazione non migliorava e ho chiesto di interrompere la terapia che secondo me non stava funzionando. La dottoressa mi ha spiegato le possibili ragioni di questa ricaduta, mi ha raccontato quali sarebbero stati i passi successivi della terapia e mi ha invitata a prendermi del tempo per poi eventualmente tornare con una motivazione maggiore.

Ho deciso di interrompere le sedute.

Ero stanchissima e sinceramente non avevo neanche voglia di affrontare i passi successivi. Sono tornata ai farmaci ma con l’amaro in bocca e il timore di diventare dipendente.

Una mattina mi sono svegliata più riposata del solito: mi sentivo bene, tranquilla e quasi leggera. Il pensiero è andato alla dottoressa e a quelle stesse sensazioni che avvertivo all’inizio del percorso. Così, ho deciso di riprendere. Da lì in poi iniziava il lavoro più difficile e forse snervante: era necessario dare una regolarità al sonno e questo in qualche modo mi costringeva a modificare ancora una volta i miei ritmi. Nel giro di pochi giorni, anche cambiando le mie abitudini, ho smesso di svegliarmi nel cuore della notte e ho iniziato ad addormentarmi pochi minuti dopo aver toccato il letto..probabilmente perchè ero esausta!

 

Come ti senti adesso?

Oggi, a pochi mesi dalla conclusione della terapia, posso dire di avere ogni tanto qualche difficoltà nel risveglio: se la sveglia suona alle 7 io magari sono sveglia alle 6. Mi accorgo che capita soprattutto nelle giornate stressanti o quando so che mi aspetta qualcosa di importante. A volte capita quando vado a dormire troppo tardi (anche se questa cosa mi sembra un controsenso!). Sicuramente non mi sveglio più di notte e sono più consapevole di cosa fare per aiutare il mio sonno.

So che se tornassi alle vecchie abitudini potrei ricaderci, e la vera sfida, adesso, forse è proprio questa! Ho nuovi ritmi, nuove abitudini e nuovi “rituali” che seguo abbastanza facilmente. Ogni tanto la tentazione di stravolgere di nuovo tutto e abbandonarmi ad esempio alla TV a letto è forte.. ma al momento vinciamo io e il mio sonno!

La conquista più importante, forse, è stata la tranquillità rispetto al mio modo di dormire. Prima ero sempre attenta a controllare l'orologio, i minuti (a volte le ore) passavano veloci e io ero ancora sveglia. Mi arrabbiavo, con me stessa, con la mia giornata, con lo stesso sonno..come se fosse una persona da incolpare. Questo non faceva altro che rendermi nervosa e mi allontanava dall'addormentarmi. La terapia mi ha aiutata a capire che ero in mezzo ad un circolo vizioso e che dovevo cambiare atteggiamento di fronte al problema. Non posso dire che il solo cambiare atteggiamento mi abbia fatta dormire, ma ha sicuramente rappresentato un traguardo importantissimo. Adesso sono serena, se non mi addormento subito non vado nel panico: e quando mi sveglio molto prima del previso riesco ad accettare la cosa con più serenità, consapevole che non avrò la giornata, o la vita, rovinata da questo singolo evento.